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Già
da qualche tempo si pensava alla formazione di un gruppo che riunisse tutti
coloro che della radio avevano fatto il loro passatempo preferito e che
concretizzasse in parte ciò, che suo tramite, ciascuno, nei suoi collegamenti
radio andava esprimendo. L'idea era un pò presuntuosa e l'impegno tutt'altro
che limitato, ma è bastato affrontare il problema con la necessaria modestia.
E' nato così il RADIO CLUB TIGULLIO. L'associazione, nata nel Febbraio
2009, ha sede nel Tigullio (GE); è apartitica, aconfessionale e non
persegue fini di lucro. Gli scopi dell’associazione sono: riunire ed affermare
le conoscenze tecnico scientifiche e le relazioni umane basate sulla parità di
diritto, degli appassionati ed i simpatizzanti delle ricetrasmissioni;
promuovere, nel rispetto delle norme nazionali ed internazionali, le
ricetrasmissioni, per fini civici, morali, sociali, culturali, per l’impiego
del tempo libero; prestare opera di volontariato nel settore della
Protezione Civile e Antincendio Boschivo tramite attività radiantistica.
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L'organizzazione di un
soccorso sanitario, sia nelle situazioni ordinarie sia in caso di disastro, non
può prescindere dall'utilizzo di tutte le risorse tecnologiche di cui la
società dispone.
Pertanto, i sistemi di comunicazione attuali, e quelli informatici andranno
tutti sfruttati, al fine di comunicare le informazioni necessarie ed utili ad
alleggerire il disagio conseguente ad un evento catastrofico. Un secolo
d'applicazione ha portato ad un utilizzo eccelso delle onde radio, intese quale
“carrier” per trasmettere, alla velocità della luce, qualsiasi tipo di dato.
Dai primi rudimentali, ma efficaci segnali costituiti da punti e linee, si è
passati alla fonia, alle immagini ed ai dati digitali. In pratica l'onda radio
è usata come portante per veicolare qualsiasi tipo d'informazione. Appare
chiaro allora come i Radioamatori/CB abbiano la possibilità di realizzare
collegamenti sicuri sul territorio interessato in qualsiasi momento.
Qualora poi l'area delle comunicazioni debba essere necessariamente
"allargata" si può posizionare un ponte ripetitore in un punto
sufficientemente alto a coprire una più vasta area.
Il ponte ripetitore non è altro che un ricevitore su una determinata frequenza
che ripete quanto ricevuto su un'altra frequenza; la sua caratteristica è che
più è posizionato in alto più è ampia la zona di copertura. L'operatore radio
non dovrà preoccuparsi di eseguire commutazioni o manovre complicate in quanto
gli apparati ricetrasmittenti fanno tutto in automatico, tra l'altro questi,
oggi, sono molto diffusi e poco costosi. Interessante poi appare il fatto che
avendo una diffusione limitata ad una zona, la stessa frequenza può essere
utilizzata da più zone sufficientementi distanti. I livelli tecnici raggiunti
oggi dalle apparecchiature elettroniche sono notevoli e spesso sono stati
proprio i radioamatori a contribuire al grande tecnicismo raggiunto. Risulta
perciò ovvio come sia la radio, sia i radioamatori siano sempre apparsi come i
mezzi e gli uomini capaci di arrivare ovunque (basti pensare ai primi soccorsi
in mare all'inizio del secolo scorso...o il recente terremoto che ha colpito
l'Abruzzo) e pertanto una risorsa da utilizzare in ogni situazione di soccorso,
aiuto, emergenza, ecc.
Una menzione doverosa va
fatta nei riguardi dei CB (Citizen Band), cioè di quelle persone che, pur non
avendo sostenuto un esame tecnico, hanno comunque delle conoscenze
radiotecniche in quanto appassionati.
Normalmente, e cioè nelle
situazioni ordinarie, ogni servizio incaricato di prestazioni sanitarie
possiede, in qualche modo, un sistema di comunicazioni via radio. Le varie
centrali operative possiedono, pur con una variabilità enorme da regione a
regione e, a volte, da centrale a centrale, un qualche sistema di
radiocomunicazione con i propri mezzi mobili e con le proprie unità operative;
tale sistema è anche coadiuvato da telefoni cellulari dedicati. Ovviamente,
oltre al 118, anche altri servizi istituzionali hanno un sistema di
radiocomunicazioni, spesso più valido, come la Polizia, i Carabinieri, i Vigili
del Fuoco, le Prefetture, le Questure, la Croce Rossa, ma anche l'Enel,
l'Acquedotto, la Forestale, nonchè molte ditte private...
Tutti questi Enti operano
usando delle radio operanti su proprie e dedicate frequenze e, spesso sono incompatibili
l'uno con l'altro. In una situazione di catastrofe la molteplicità degli
utenti, la dispersione degli effettivi e l'allungamento delle distanze sono
problemi sempre presenti.
I servizi di comunicazione
trovano numerose difficoltà dovute a differenti fattori: ritardo
nell'avviamento delle trasmissioni, mancanza di organizzazione, incompatibilità
tra i diversi materiali, mancanza di formazione all'uso di strumenti di
comunicazione da parte di alcuni partecipanti. Pertanto la scelta dei sistemi
di trasmissione deve tener conto di molteplici fattori e cioè la reale
operatività, la rapidità dell'installazione, la semplicità d'uso, la portata
utile, la sicurezza dell'informazione, la facile ed immediata reperibilità
degli operatori...
Vanno poi definite nel piano delle maxi-emergenze le procedure che stabiliscono
le modalità di attivazione, la forma e tutte le regole, come il linguaggio,
l'identificazione, l'impiego e la postazione per un immediato e corretto
utilizzo della radiocomunicazione.
Lo scopo che si prefigge il Gruppo di Volontariato RADIO CLUB TIGULLIO
che poi è anche il motivo della nascita del gruppo stesso, è la funzionalità
delle comunicazioni, prevedendo e garantendo l'immediata riattivazione delle
telecomunicazioni per gestire il flusso delle informazioni dei centri operativi
dislocati nell'area colpita attraverso l'impiego massiccio di ogni mezzo o
sistema TLC, garantendo così la funzionalità delle reti e delle radio delle
varie strutture operative, disponendo in questo modo i collegamenti fra i
diversi centri operativi e al tempo stesso poter diramare comunicati, allarmi,
etc.etc...
Il progetto tecnico del
nostro Gruppo prevede per questo specifico settore, una singola funzione di
supporto che garantisce il coordinamento di tutte le risorse e gli interventi
necessari per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni per la
trasmissione di testi, immagini e dati numerici.
-
Installazione di antenne, oltre a quelle già in possesso e presenti nelle
stazioni radio dei vari soci ed operatori, presso i Comuni interessati,
risonanti su frequenze radioamatoriali VHF (144-146 MHz) o UHF (430-435 MHz) e
su frequenze CB (Citizen Band, 27 MHz);
- Collegamento provinciale con la sala operativa realizzata presso la locale
Prefettura;
- Partecipazione periodica dei propri operatori (radioamatori e cb) alle varie
esercitazioni di Protezione Civile organizzate da Prefetture, Regioni e Comuni;
-
Proprie esercitazioni radio per testare i vari piani di intervento, svolte in
maniera congiunta con le altre realtà operative della zona, in modo da valutare
e verificare il grado di affiancamento delle varie unità.
Risulta pertanto, necessario completare tutte e tre le fasi nella preparazione
di un piano, per ridurre la fase iniziale dell'improvvisazione nella risposta
al disastro. Infatti, un piano solo elaborato, ma non conosciuto dagli
operatori delle forze in campo, richiederà molto tempo prima che ognuno capisca
il proprio ruolo.
Resta inteso che sarà necessaria una diffusione alla popolazione dei piani di
emergenza, in modo da adattare i comportamenti e la risposta della collettività
quando sarà necessario.
Considerando che, le competenze radiotecniche richieste ad un operatore che usa
una radio a motivo del proprio lavoro, per usi civili, come può essere un
vigile del fuoco, o un poliziotto, o un operatore del 118, consistono
unicamente in poche manovre, come saper accendere l'apparato radio in
dotazione, saperlo spegnere, premere il tasto del microfono per parlare, saper
cambiare la batteria o mettere in ricarica un portatile, oltre ad usare
appropriato linguaggio. Ben diverse sono le competenze e la potenzialità degli
appartenenti al Radio Club, che proprio in virtù del fatto che
"giocano" con le radio, sono in grado di:
- conoscere varie manovre su svariati apparati radio;
- costruire un'antenna semplice come un dipolo, anche con mezzi di fortuna;
- installare e posizionare un'antenna direttiva;
- impostare una frequenza su un qualunque apparecchio radio;
- impostare uno "shift", un "tone squelch" o un transponder
su un apparato bibanda;
- stabilire un'alimentazione elettrica di emergenza (ad esempio da batteria
d'auto);
- conoscere ed usare sistemi digitali (radio-fax, telescriventi, packet-radio);
- conoscere modi di interfacciamento tra radio e computer per trasmissione di
dati o immagini;
- poter mettere a disposizione varie attrezzature e vari apparati
ricetrasmittenti, nonchè la propria stazione radio;
- possedere eventualmente già una rete di ponti ripetitori in VHF o UHF.
Inoltre, bisogna tener presente che, se ad esempio, un responsabile di operazioni sul territorio ha necessità di comunicare dalla sala radio del Centro Operativo di Emergenza con la C.O. del 118, quali mezzi potrà utilizzare nella ipotesi di black-out delle linee telefoniche o dei ponti ripetitori dei cellulari? Utilizzare le moderne tecnologie, come telefonini e fax, non sempre è una scelta felice, perchè se la mole di messaggistica è alta, si può arrivare facilmente al collasso delle comunicazioni. Altresì, tutti i vari Enti presenti sul territorio (volontari della C.R.I., i VV.FF., gli operatori del 118, ecc.) possiedono un proprio sistema radio, spesso con un ponte ripetitore ubicato nella zona che comunica solo coi propri operatori, operando così a compartimenti stagni!
Il Direttivo del RADIO CLUB TIGULLIO
Casarza Ligure, 27 Febbraio 2010